Notak Groove Day 2017

Mario A. Riggio 21 set 2017
Dopo alcuni anni di pausa, è tornato il Notak Groove Day, l’evento dedicato ai batteristi organizzato da Sergio Fanton, l’infaticabile creatore di Notak, noto anche per essere il drumtech di riferimento per batteristi come Stewart Copeland, Simon Phillips, Gavin Harrison, per citarne alcuni.

Organizzato il 17 settembre 2017 al Live di Trezzo sull’Adda (Milano), il Notak Groove Day è una giornata carica di esibizioni su due palchi, oltre a una piccola fiera con stand di strumenti musicali: un grande viavai di persone che chiedono, guardano e suonano gli strumenti esposti.
Gli show dei batteristi sono suddivisi su due palchi: uno grande per le band e uno più piccolo per le demo con le basi. Ma lo spettacolo è anche accanto e sotto il palco: decine di persone lavorano per uno show dai ritmi mozzafiato. Un enorme montacarichi carica in tempo reale i set montati, microfonati e pronti per essere suonati, in maniera da lasciare solo dieci minuti di pausa fra un’esibizione e l’altra. Una macchina tecnica da paura, guidata dai migliori professionisti del settore: Toni Soddu alla direzione di palco (il concerto del Primo Maggio è sotto la sua guida), Andrea Pellegrini alla direzione del suono (già con Elio e ...
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le Storie Tese e i King Crimson versione ProjeKct).

Con le basi, suonano il giovane fenomeno Paolo Rubboli (che ha impressionato per tecnica e la personalità) e i fratelli siciliani Enzo e Mirko Augello, due star del web, ma soprattutto bravi insegnanti e batteristi al servizio della musica.
Lo show continua con Stefano Pisetta, a cui segue uno dei batteristi di maggior classe del nostro Paese, Elio Rivagli, il quale, con il suo sound, ha marchiato indelebilmente i migliori dischi di Ivano Fossati, oltre ai lavori di centinaia di cantanti, da Baglioni alla Mannoia. L’esibizione di Rivagli viene disturbata da problemi tecnici, a cui Elio risponde semplicemente con un sorriso: una lezione di grande professionalità.

Sale poi sul palco il batterista di Zucchero, Adriano Molinari, appena arrivato da Amburgo: un batterista che suona “alla vecchia” con le basi, ma senza click. Groove e divertimento assicurato, folla in delirio. Chiusura con “Superstition” di Steve Wonder.
Ultimo a salire sul palco piccolo è Riccardo Quagliato, che si esibisce in trio. Mentre sui due palchi si alternano le esibizioni: nello stand del B-ear è in corso il Drummer's Contest, guidato dal popolare batterista di Elio, Christian Meyer.

Sul palco principale, l’apertura è di due musicisti meridionali trapiantati a Roma, il batterista Gabriele Morcavallo assieme al percussionista Carlo Marzo.  Segue il francese Christian Grassart, un batterista all-around. Forte è l’impatto del napoletano Carmine B-Dog Landolfi, potente macchina ritmica dei principali protagonisti del rap italiano, la cui fama ha già superato i confini.
Celebre all’estero, soprattutto in Cina, è Federico Paulovich, il nuovo astro della batteria italiana, che si presenta al Groove Day con Daniele Moretto, Andrea Giussani e Matteo Prina, un quartetto di jazz elettrico di respiro internazionale, una svolta per Paulovich, abituato a generi più aggressivi.

Lo show continua con il bravissimo Gianluca Palmieri, accompagnato da Federico Malaman, uno dei bassisti del momento, e Dario Zeno al piano: una esibizione di grande classe, con un tiro spettacolare: speriamo di rivedere presto questa formazione...

Originale e sorprendente lo show di Framers, frutto della creatività del batterista Phil Mer (reduce da un nuovo tour con Renga), del bassista Andrea Lombardini e di Daniel Bestonzo alle tastiere, che suonano ispirati da una serie di quadri famosi, da Dalì ai futuristi, che vengono proiettati sul grande schermo.

Sale quindi sul palco Maxx Furian con il percussionista Pacho, un duo affiatato da decine di anni di collaborazioni: Furian è un professionista che ha lasciato il pop ai massimi livelli (Laura Pausini) per dedicarsi esclusivamente alla propria musica; dal canto suo, Pacho è uno sperimentatore legato all’improvvisazione d’avanguardia, con riferimenti tipicamente europei. E ancora i Twinscapes, uno dei gruppi più attesi, che mescola il prog con l’elettronica, il jazz e l’ambient, con suoni elettrici in stile King Crimson e atmosfere che ricordano i Japan. Guidati dai due bassisti Lorenzo Feliciati (Naked truth) e Colin Edwin (Porcupine Tree), si completano con il batterista della PFM, Roberto Gualdi, in uno spettacolo decisamente originale.

Il livello resta al top con il trio di Giovanni Giorgi, accompagnato da una leggenda della chitarra: Andrea Braido. Performance memorabile, e finale con un Braido sorprendente alla batteria. Sorprendente anche la giovane bassista e cantante Caterina Crucitti.

Il finale è affidato a tre batteristi stranieri: Gareth Brown (batterista di Jovanotti), che chiama sul palco anche il bassista Saturnino; il bravissimo Peter Ray Biggin (già con Amy Winehouse e i Level 42) ed infine l’acclamatissimo Benny Greb, eclettico tedesco che suona mille generi musicali differenti.

Il bilancio del Notak Groove Day non può essere che positivo, nonostante il forfait dei Living Colour, che hanno annullato il tour europeo. Sergio Fanton ha organizzato una manifestazione all’americana, di grandissimo livello, tanto da annunciare una edizione allargata per il 2018: due giorni di concerti con grandi band internazionali.

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