The Getaway, 11esimo album in studio per i californiani RHCP che tornano a distanza di cinque anni dal loro precedente I’m With You. Diverse le novità, a partire dalla produzione che, dopo oltre 20 anni con Rick Rubin, passa il testimone a Danger Mouse, sostenuto in fase di mixing da Nigel Godrich, lo storico collaboratore dei Radiohead. Riguardo alla seicorde, è di nuovo protagonista Josh Klinghoffer che da due album a questa parte, ha preso il posto dello storico John Frusciante.
L’album è stato registrato al The Sound Factory di Hollywood (California) e pubblicato il 17 giugno 2016… con otto mesi di ritardo a causa della brutta frattura al braccio che Flea si è procurato sullo snowboard.
The Getaway – anticipato dal singolo Dark Necessities – è un disco che conferma ciò che si era già notato nella precedente release: il sound dei Pepps è mutato e sta assumendo contorni lievemente più cupi. Sì, perché pare che il quotatissimo producer Mouse abbia portato nello studio la facciata meno soleggiata di L.A…
Un’aria più scura che ha portato, senza pericoli, gli elementi che diversificano la trama sonica della famigerata band guidata da Kiedis, oltre a un’azzeccatissima
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folata di elettronica (senza premere troppo sull’acceleratore, sia chiaro!) In tutti i casi, non si può certo dire che The Getaway si discosti energicamente dal collaudato funky/rock mood che ha portato fortuna alla band ma, di fatto, vi è un cenno più che godibile del fermento che si vive in casa RHCP.
Il basso di Flea è sempre quello: articolato, appuntito e coraggiosamente ridondante (Dark Necessities); il cantato di Anthony Kiedis propone melodie solleticanti alternandole alle sue ormai note escursioni hip-hop (We Turn Red, The Getaway e Dreams of A Samurai), con un ausilio che sta prendendo sempre più respiro fra le sue composizioni: il pianoforte. Chad Smith, dal canto suo, non perde il lustro e picchia sui tamburi fregandosene dell’artrite e ricordando a chi lo ascolta che è lui il vero collante del sound targato RHCP. Un collante reso ancora più forte dal guitar playing originale e modulato di un Klinghoffer che ci mette del suo, evitando di scimmiottare Frusciante.
Insomma, una formula che concede alle 13 tracce dell’album, quel pizzico di sperimentazione che non guasta… ma, poi, chi dice che stravolgere le carte carte in tavola sia sinonimo di riuscita? E infatti – nel caso dei Pepps – si sono costruiti una precisa identità attorno allo slap di Flea, al beat di Smith, agli assoli monocorda di Frusciante e al cantato sincopato e nonsense di Kiedis! Una precisa identità che ha conquistato migliaia di ascoltatori nel mondo, come testimoniano le vendite dei loro album. [I RHCP hanno ormai superato quota 80milioni di copie…] Eppure, come dicevamo, qualcosa della formula targata RHCP si sta muovendo: il precedente I’m With You già mostrava i primi passi verso la metamorfosi ed il nuovo The Getaway trova l’apogeo…
Texture risonanti, playing accattivante, storie di intrecci di una L.A. più buia del solito e la benzina che non manca nei serbatoi di Kiedis, Flea, Smith e Klinghoffer: ecco cosa si respira nel nuovo The Getaway dei Red Hot Chili Peppers. Musicisti intelligenti, maturi e coraggiosi!