DAVID GARIBALDI – Future Sounds

Roberto Gualdi 08 dic 2020
Versione italiana a cura di Ricky Turco, si tratta di un testo divenuto un riferimento per la comunità mondiale dei batteristi. Uscito nel 1990, condensa una serie di idee musicali e studi riconducibili in prevalenza a due stili: funk e jazz/fusion. 

David Garibaldi, lo sappiamo, è l’indiscusso caposcuola del cosiddetto funk-bianco che ha visto nei Tower Of Power la sua massima espressione. Grande ricercatore, classe 1946, Garibaldi è riuscito a reinventare la batteria funk partendo dalle ritmiche di James Brown; il tutto, condito dalla profonda conoscenza dei rudimenti e degli studi tradizionali e dalla contaminazione dei linguaggi più disparati (big band, musica brasiliana, musica classica e musica cubana…)

Inusuali aperture dell’hi-hat, rullante (possibilmente) mai sul 2 e 4 movimento, utilizzo dei quattro arti per creare tessiture ritmiche sempre originali… il tutto, sempre marcatamente connesso ai disegni di basso e chitarra, fiati, e agli accenti della melodia.

Precisazione – Rivolto esclusivamente a cassa, rullante e hi-hat, il metodo in questione propone infinite variazioni di questi tre elementi su cui si basa tutta la musica popolare contemporanea.

Commento personale – Nel 1990 ebbi la fortuna di assistere a una masterclass di David Garibaldi; il suo Future Sounds sarebbe uscito pochi mesi dopo e così ...
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info recensione

DAVID GARIBALDI
Future Sounds
Volontè & Co. Editore
ne consegnò a tutti i presenti, un piccolo estratto (che conservo ancora gelosamente) delle pagine tra le più importanti.

 

Future Sounds è suddiviso in tre distinte sezioni che vanno a sviluppare altrettanti concetti: Approccio alla Batteria Moderna, Studi con Permutazioni e Studi di Groove.

Sezione 1 – Approccio alla Batteria Moderna – Decisamente interessante lo schema che organizza in modo chiaro i vari livelli sonori tra suoni accentati e non accentati. Rullante pieno con rimshot, cassa e accento hi-hat, fanno parte dei suoni accentati, mentre tra i suoni non accentati vi sono le ghost del rullante, hi-hat non accentato e hi-hat a pedale. Naturalmente, a ciò si aggiunge il rigore esecutivo delle dinamiche: l’unico mezzo per ottenere il massimo da tali ritmi.

Ulteriore interessante argomento di questa sezione, è come imparare ritmi particolarmente intricati. Molto spesso questi ritmi non vengono costruiti da un arto che mantiene un ostinato, ma sono il risultato di un flusso lineare di note, quindi senza unisoni di sorta; in pratica, l’idea è quella di aggiungere un quarto alla volta. (Confesso che utilizzo questo sistema ogni volta che sono alle prese con ritmi di questo tipo…)

Sezione 2 – Studi con Permutazioni – La permutazione è un termine matematico definito come “tutte le sequenze possibili dato un certo numero di elementi”. Ebbene, questo è sicuramente uno dei concetti più interessanti di David Garibaldi; far partire un groove da un qualsiasi punto della misura. Per capire meglio, se un ritmo è in sedicesimi, significa avere a disposizione 16 possibili punti diversi da cui far partire il battere e, quindi, 16 variazioni dello stesso disegno.

Gavin Harrison, ad esempio, ha fatto suo questo concetto creando tessiture ritmiche, groove e fill di notevole interesse.

Sezione 3 – Studi di Groove – Qui il metodo sviluppa una serie di ritmi suddivisi tra i vari arti, senza che nessuno di essi sia l’unico delegato a mantenere il tempo, bensì combinazioni mani/piedi sempre diverse. Va da sé che per riuscire ad ottenere il giusto rotolamento dei ritmi, è necessario fare grande attenzione al movimento di tutti gli arti ed alla griglia delle suddivisioni utilizzate.

Fare girare in modo coinvolgente e con adeguato timing e groove tale materiale, è  tutt’altro che semplice ma, proprio per questo, il fatto di lavorare con dedizione ed accuratezza innalzerà di parecchio il tocco, la precisione e la coordinazione di ciascuno.

Future Sounds raccoglie concetti di fondamentale importanza, i quali, una volta assimilati, potranno essere applicati al quotidiano indipendentemente da quel che si suona. Nelle note di copertina, lo stesso Garibaldi esorta l’allievo a fare propri questi concetti e a trovare il proprio modo per applicarli. “Uno dei motivi per cui buoni musicisti diventano grandi musicisti sta nel fatto che, a un certo punto, cominciano a mettere a fuoco ciò che vogliono esprimere suonando, invece di continuare a copiare i musicisti preferiti. Spero che questo metodo possa contribuire allo sviluppo del drumming moderno, aiutandovi a raggiungere l’obiettivo di sviluppare al massimo le vostre potenzialità musicali.”

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