Alex Ranaldo nomination per il Drum Off 2020, categoria Junior
Redazione 11 gen 2021
Il 14 gennaio 2021, tra pochissimi giorni, Alex Ranaldo viene decretato il vincitore del Drum Off Global 2020 (categoria Junior). Ha 12 anni, Alex, e davanti a sé un futuro ricco di opportunità e soddisfazioni!
Utilizza questo link per accedere alla premiazione in diretta https://tinyurl.com/ya2fvd5o 14 gennaio 2021 - h. 17:00 (ora italiana)
Ciao Alex, prima di tutto congratulazioni da Drum Club per la vittoria di DrumOff Global Italia 2020 (categoria Junior). Ci racconti un po’ di te? Di come hai iniziato, di quando è scoccata la scintilla per la batteria? I miei mi dicono che già all’età di un anno e mezzo percuotevo tutto ciò che mi trovavo davanti ed aveva un suono, dalle panche alle sedie fino al mio primo set vero e proprio della Mondial Casa: pentole e coperchi che suonavo con dei mestoli in legno. Quando a mia madre occorrevano certe pentole, me le sequestrava ed io piangevo ma continuavo ad emettere suoni e colpi con la bocca. Quel Natale mi hanno regalato la batteria di Winny The Pooh, che è durata un paio di ore, visto che l’ho distrutta. Al mio secondo compleanno, il 9 gennaio, mi hanno regalato una batteria giocattolo, finalmente però in
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legno, con cui l’anno dopo ho vinto il mio primo concorso. Grazie a questo concorso i miei nonni mi hanno regalato una batteria elettronica Alesis DM 10 e con essa ho vinto altri due concorsi, tra cui il Top Talent Show. Mio padre aveva una rock band, una cover band ufficiale dei Litfiba, ed io andavo sempre con lui alle prove, aspettando la fine per poter suonare una vera batteria acustica. Ricordo che ero talmente piccolo che non riuscivo a suonare la cassa ed ero costretto a sostituirla suonando il timpano con la mano destra. Per fortuna sono mancino e così riuscivo a tenere il groove su charleston e rullante. Inizialmente mi accontentavo di suonare da solo sulle basi durante le loro prove, poi ho preteso che i musicisti suonassero con me, viceversa piangevo.
Sappiamo che pur avendo soltanto 12 anni, hai all’attivo più di 200 performance live: a quale età hai fatto la tua prima esibizione per riuscire a collezionarne un numero così elevato? Avevo 4 anni e mezzo e quell’estate, in una piazza gremita di gente, la band di mio padre mi chiese se volevo suonare un brano con loro. Io non aspettavo altro che quel momento e furono costretti a montare anche la mia batteria elettronica poiché l’altra sul palco era troppo grande e non ci arrivavo con i piedi. Visto il successo di quella esibizione, decisero di farmi suonare con loro per le restanti venti date programmate. A quel punto, mio padre fu costretto a comperarmi la mia prima batteria vera: una PDP Maple Custom bellissima che però dovevo mettere a disposizione del batterista della band… che oggi è il mio fan Numero 1!
Quali sono state le tue esperienze di giovane batterista? Naturalmente, suonando e ascoltando Litfiba, conoscevo e suonavo i loro brani; più tardi, mio padre passò a un altro tipo di band e così mi sono ritrovato a suonare Negramaro, Ligabue… Suonavo 10 dei 24 brani previsti dalla scaletta e per me che avevo 5 anni e mezzo era una favola che si avverava. La band era davvero molto forte ed utilizzavano le sequenze, quindi ho dovuto fare amicizia con il click sin dal primo momento. A essere sincero, più che amicizia è stato amore a prima vista ed infatti, sin da quel momento non l’ho più lasciato, anche se mi diverto molto quando in alcuni brani non lo utilizziamo. L’anno successivo il batterista ha lasciato la band per motivi di studio e loro non avevano pensato a me, poiché non si fidavano della mia età, della mia resistenza e del fatto che io potessi cavarmela da solo senza creare problemi. In fondo, avevo solo 6 anni o poco più… Invece, la svolta: grazie al fatto dell’essere il Batterista più Piccolo d’Italia, il manager ha venduto ben 62 date! Ad oggi conto oltre 200 live ed alcune ospitate fantastiche con Tullio De Piscopo, Francesco De Gregori, il Maestro Peppe Vessicchio. Ho avuto anche l’onore di jammare con Andrea Braido, Tony Esposito e Ciro Manna! La scintilla vera e propria è scoccata quando ho incontrato Billy Cobham a una serata a Taranto: mi ha colpito la sua potenza, la sua velocità, il suo groove. Quello era il mio genere, la fusion. Oggi ascolto parecchio Dave Weckl, con i suoi brani ho visto ben 7 concorsi, e da qualche anno seguo anche Eric Moore e Aaron Spears. Il loro drumming è fantastico ed io seguo e suono tutto quel fanno. Il mio obiettivo però è arrivare alla tecnica e alla potenza di Chris Coleman…lo adoro.
Il tuo percorso di studio come si è articolato? Avendo la fortuna di avere un padre musicista che conosce tutti e che ha voluto il meglio per me, ho studiato accanto a Alessandro Napolitano, un musicista che ha girato il mondo e metabolizzato tante cose. Lui mi dice sempre che un genere non sarà mai tuo se non conosci il linguaggio del mondo da cui proviene. Ogni tanto vado anche a lezione da Maurizio Dei Lazzaretti.
Sei endorser di MC Drums e Pergamon Cymbals, come è nata questa collaborazione? Ero alla Musikmesse di Francoforte e quel giorno piangevo perché ero andato in Germania per vedere l’esposizione di tutti i grossi marchi e invece ce ne erano pochi. Quello dei piatti Istanbul era tra i più interessanti e accanto c’era un ulteriore stand con una batteria montata: senza chiedere il permesso a mio padre mi sono seduto dietro quel kit ed ho sfogato tutta la rabbia che avevo dentro. A quel punto, la gente che aveva appena terminato di vedere l’esibizione allo stand Istanbul, si è traghettata davanti a me. Avevo 10 anni ed ero diventato un po’ l’attrazione della Messe. Tra quelle persone c’era anche Mimmo Condello… Più avanti nel tempo, una sera ero ad una clinic: c’erano alcune batterie montate, tra cui una MC Drums mastodontica da cui non riuscivo a togliere lo sguardo. Era lì solo per esposizione, dunque intoccabile. Verso la metà della serata però, si è avvicina Mimmo Condello che io non conoscevo, ma che lui conosceva me per via della fiera di Francoforte, e mi dice: “siediti lì!” Io sono titubante e lui insiste: “è una mia batteria, sono il costruttore, siediti e suona…” Non credevo alle mie orecchie. Da quel momento io, la mia MC Drums serie Tiger ed i miei piatti Pergamon serie Hokka siamo inseparabili e dal gennaio 2020 faccio parte della squadra MC Drums.
Come è nata l’idea di partecipare al Drum Off Global 2020 ? E’ nata per gioco, mentre durante un soundcheck mio padre mi fa vedere un video di Federico Paulovic che invita a fare un assolo di 4 minuti ed inviarlo. Durante i nostri live non è previsto un vero assolo ma quella sera mio padre, che è il frontman della band, annuncia a sorpresa la cosa e chiede l’aiuto del pubblico mentre lui registrava il mio assolo. Mi ha preso un po’ in contropiede, non avevo preparato nulla, e poi 4 minuti sono 4 minuti... Il pubblico è stato fantastico, mi ha sostenuto incitandomi come non mai, ero molto gasato ed è venuto fuori un assolo di cui ero parecchio soddisfatto. A metà novembre però, alle 23 circa (credo le 17 in Canada), ci arriva una email dal Drum Off in cui dicono che il video era bellissimo ma dovevo rifarne un altro in giornata, urgentissimo, poiché ero uno dei candidati al passaggio del turno. Ovviamente a quell’ora non potevo suonare. La mattina, prima di andare a scuola, abbiamo dovuto registrare tutto di fretta e, ancora una volta, senza nessunissima preparazione. Poi, finalmente, la splendida notizia: sono io a rappresentare l’Italia nella categoria Junior del Drum Off Global 2020! La mia felicità è stata quella di aver ricevuto un sacco di complimenti dai grandi batteristi italiani, tra cui Maxx Furian, lo stesso Federico Paulovic, Roberto Gualdi e Christian Meyer, e soprattutto di aver vinto la scommessa con mio padre che mi ha comperato la PlayStation per il passaggio del turno!
Il 14 gennaio, tra pochissimi giorni, verrà decretato il vincitore della categoria Junior del Drum Off Global 2020 e, nel caso, potresti andare in Canada a registrare il tuo assolo… Hai degli altri progetti per questo 2021? Grazie alla visibilità del Drum Off Global sono stato contattato da Marco Zambruni (atlast@virgilio.it) con cui è nata subito una bella amicizia; lui è uno degli organizzatori del Lab Camp che si terrà ad Atene a fine maggio con alcuni dei più grandi batteristi internazionali: io sono fiero ed onorato dell’invito e credo che sarò il batterista più piccolo di sempre a partecipare a questa iniziativa! Un altro progetto importante è quello di far parte dei K.Y.R, una band di piccoli talenti provenienti da più parti d’Italia con cui abbiamo già fatto qualche data e vinto un concorso importantissimo. Quella vittoria ci ha permesso di essere notati da un produttore di gran calibro che ha deciso di investire su di noi. Molto presto uscirà il primo singolo scritto da noi…