PAISTE DIMENSIONS rivive il bronzo B8 della linea 2002

Paolo Sburlati 16 giu 2016
Nel 1999 Robert Paiste ritiene che la ricerca timbrico/sonora effettuata con la linea 2002 sia arrivata al capolinea, ben conscio di aver sfruttato la lega B8 al limite del possibile. Ora si tratta di creare una linea di piatti più flessibile, per una gamma di suoni ancora più vasta: nascono i Paiste Dimensions...

Anno 1999: la produzione dei Paiste 2002 prevede un break. I batteristi abituati da 30 anni a quei suoni, non vogliono rinunciarci, ma Robert Paiste ritiene sia giunto il momento di pensare a una nuova serie di piatti.

Il materiale impiegato sarà di nuovo il bronzo B8, la lega dei 2002, ma la gamma dei suoni si articolerà in tre tipologie di piatti: Thin (sottili) per il tipo di risposta richiesta dai jazzisti; Medium Thin (medio/sottili) per soddisfare le richieste dei batteristi jazz/fusion e rock; Heavy (spessi, più tardi definiti Power) per i batteristi rock/metal.

Ma non basta: i nuovi piatti dovranno essere accoppiabili tra loro in quanto a risposta e caratura timbrica. La sfida si fa sentire; la ricerca dovrà essere condotta in modo esauriente.

Nel 1999 nascono i nuovi Paiste Dimensions. La presentazione avviene quell'anno a Nashville, all'edizione estiva del Namm ...
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Show, ma la produzione viene ritardata poiché nei negozi i batteristi si stanno accaparrando i 2002 rimasti in commercio.

Nel contempo le richieste dei nuovi Dimensions prendono a fioccare e sta per ripetersi quel che è accaduto tre anni prima con i Traditionals: tutti i negozianti richiedono un set completo da esporre e la produzione collassa non essendo in grado di sopperire a una simile domanda. (Per arginare la situazione, Toomas Paiste e suo figlio Erik decidono di ridurre il numero dei modelli proposti, concentrando la fabbricazione su una gamma di piatti sufficiente ad accontentare un po’ tutti). E’ così che, nel tentativo di evitare lo stesso problema, la presentazione dei Dimensions in Europa viene post-datata nel 2000.

I Dimensions vengono presentati alla stampa internazionale qualche mese prima (settembre 1999), presso la sede Paiste di Nottwil (Svizzera): anche noi di Drum Club presenziamo all'evento ed effettuiamo il test dei vari piatti-campione. Nel gennaio del 2000, presso lo stand Paiste del Namm Show di Los Angeles, abbiamo modo di provare l'intera linea e pubblicare il test per voi lettori...

Dopo tale indispensabile preambolo, passiamo a descrivere nel dettaglio i Paiste Dimensions: piatti divenuti ormai oggetti di culto per ogni appassionato del drum vintage.

ASPETTO
La linea Paiste Dimensions non riesce a sconfiggere la linea 2002 e, nel volgere di alcuni anni sparisce dal catalogo. I pezzi prodotti in quei pochi anni sono oggi ricercati dai collezionisti per diversi motivi, tra i quali il suono eccezionale di questi piatti rimasti in gran parte incompresi. Analizziamoli di seguito.

Il colore è proprio quello del materiale dei 2002, bronzo B8 con 92 parti di rame e 8 di stagno, ma le martellature, le torniture, sono molto diverse: addirittura da un modello all'altro degli stessi Dimensions. Nella linea, infatti, vi sono piatti lisci, torniti, torniti e poi rimartellati, martellati e non torniti, torniti sopra e grezzi sotto. Toomas Paiste spiega all'epoca che l'esperienza della sua azienda nella fabbricazione di piatti musicali vanta un secolo di esperienza. Suo padre (Michail M. Paiste) produceva piatti e gong per il mercato russo e americano gia' all'inizio del '900 ed i Dimensions potevano beneficiare di tale secolare esperienza.

La lavorazione del bronzo B8 per la produzione dei Dimensions è diversa da quella adottata per la linea Paiste 2002 e si vede ad occhio. I suoni devono soddisfare le richieste dei batteristi di allora: molto, molto più flessibili, aperti e versatili ed infatti i nuovi Dimensions sfoderano sonorità nuove e inusuali per il brand stesso.

Per certi versi ricordano i suoni futuristici dei Paiste Sound Formula contemporanei di allora e per certi altri, quelli dei Signature e dei Traditionals: estremamente professionali e generosi i primi, antichi e piacevoli i secondi. In buona sostanza, i Dimensions paiono il compendio dei suoni ideali raccolti dal brand elvetico nel corso degli anni e condensati in una linea decisamente insolita.

LA VASTA GAMMA DEI SUONI
La gamma dei suoni proposta dai Dimensions è estremamente vasta e multi-funzione. Il batterista rock può trovare piatti morbidi, sottili e immediati nella risposta, così come piatti spessi, potentissimi e aggressivi. Il batterista jazz ci trova piatti leggeri e sensibili, ma anche modelli dal sound incisivo e una risposta non invasiva. Addirittura, in quella linea si trovano anche suoni tradizionali e suoni contemporanei. Ma non solo: all’epoca Paiste adotta lavorazioni speciali come la sabbiatura a pressione per levigare la superficie di alcuni modelli: il tutto, allo scopo di ottenere risposte timbrico/sonore diverse dal solito, al solo tocco della bacchetta.

CRASH
La parte del leone dei Paiste Dimensions la fanno i piatti dallo spessore medio. [Ancora oggi un tipo di spessore molto versatile ed utilizzabile in gran parte delle combinazioni di un set]
I Medium Thin Crash offerti allora nelle misure 15", 16", 17", 18" e 20" sfoderano un suono brillante e pieno, con una risposta veloce al tocco e un decadimento sufficientemente lungo: si mostrano l'ideale nei contesti rock. Se il 20" e' un crash ideale per un batterista come Ian Paice, il 15" ed il 16" sono eccellenti per un batterista come Will Kennedy, cosi' come il 16" ed il 18" lo sono per un John Bonham e per qualsiasi session in studio di registrazione.

La linea Dimensions contempla allora anche i sottilissimi Thin Crash da 14", 15" e 16" per acoustic jazz ed i 17" e 18" per fusion e progressive, oltre ai Power Crash da 18" e 20" per hard rock e metal ed i 16" e 17" per country rock, folk e rock/fusion.

A completamento della gamma dei crash, la linea Paiste Dimensions contempla allora gli insoliti Short Crash (14" e 16") con la campana tagliata, piatta. [Uno strano tipo di piatto nato nel 1977 con i Sound Creation, la linea di piatti realizzata con il leggendario bronzo B20 dei Formula 602] La campana così realizzata impedisce al piatto di crescere troppo quando colpito dalla bacchetta, restituendo un suono contenuto e corto, scuro e morbido: quello solitamente ricercato in studio di registrazione. Peraltro, il decadimento immediato consente a questo piatto di essere utilizzato anche dai percussionisti che, suonando con le mani, vogliono un attacco istantaneo ed un rapido cutoff.

RIDE
I Ride della linea Dimensions sono molto versatili ed impiegati quindi nei contesti piu' diversi. Il Medium Ride ricorda parecchio il classico Paiste Formula 602, ma la gamma delle frequenze espresse è più vasta: un piatto ideale sia per il palco che per lo studio di registrazione. Pieno, molto vivace e frizzante, si rivela ottimo per accompagnare e per accentare; per i jazzisti veloci come Peter Erskine e anche per quelli nervosi come Vinnie Colaiuta. [12 anni dopo, lo stesso Colaiuta diventerà un endorser Paiste adottando i Formula 602 ridisegnati in versione Modern Essential, con caratteristiche di lavorazione molto simili a quelle dei Dimensions degli anni Novanta]

Il volume del Medium Ride è molto elevato: i batteristi rock moderatamente potenti dell’epoca lo apprezzano soprattutto nei diametri da 20" e 22" vista la loro versatilità [guarda caso, lo stesso Colaiuta utilizza oggi un 24" Medium Ride Formula 602 Modern Essential...] I batteristi fusion degli anni 2000 trovano soddisfazione nel 18" Medium Ride, mentre i metallari lo utilizzano spesso come crash pesante.

Il Light Ride viene proposto allora nei diametri da 18" e 20": è un piatto dal suono vivo e morbido, con una spiccata apertura al crash e una tonalità piuttosto scura, visto lo spessore ridotto. Adattissimo per jazz, fusion e studio di registrazione.

Dal canto suo, il Dry Ride è molto asciutto nella risposta, come implica la sua stessa definizione sonora: disponibile nel solo diametro da 20", è un piatto controllato, con una tonalità piuttosto scura ma dominante. Inseribile in numerose situazioni musicali, dunque molto versatile.

La linea Dimensions prevede anche due tipi di piatti dallo spessore generoso: il Power Ride da 20" e 22" con una definizione del suono piena, molto grossa e una grande proiezione e volume, ed il Power Bell Ride da 20" e 22", dal suono tagliente e molto potente, esaltato nell'espressione delle frequenze. Questo tipo di piatto con la campana larga, molto incisiva e potentissima, e' espressamente indicato per le situazioni che richiedono volume elevato ed un forte contenuto espressivo. Oggi, chi trova un esemplare di questo piatto sul mercato del vintage, lo potra' utilizzare in un contesto musicale differente da quello per cui era stato concepito. Ottimo per l'accompagnamento veloce in ambito jazz/rock, questo piatto sviluppa un suono ben definito al di sopra della sua naturale vibrazione.

Nella linea in questione, esiste anche un ride molto grande, con la campana esagerata: il 24" Mega Power Bell Ride. Spessore ultra-generoso, martellatissimo, tornito e rimartellato sulla superficie superiore e martellato e lasciato grezzo sulla superficie inferiore. Presentato al Namm Show di quell'anno, viene indicato come una novità rivoluzionaria. Addirittura, la grossa campana da 8" (sì, proprio 8 pollici!...) genera un suono udibile dall’altra parte dei padiglioni nel frastuono generale della fiera. Da non crederci... Ancora oggi il suono di quel piatto è devastante: si tratta del piatto più potente al mondo! Riportiamo il testo che Paiste riporta nei suoi messaggi pubblicitari di allora:
la caratteristica speciale del 24" Mega Power Bell Ride è l'esagerata dimensione della sua tremenda campana, che produce un suono scuro e massiccio, con un eccellente grado di penetrazione. questo piatto è udibile in qualsiasi situazione musicale…
Probabilmente questo piatto avrebbe fatto la felicità di John Bonham...

L’eredità del 24" Mega Power Bell Ride è ben visibile oggi nel 24" Eclipse Paiste Rude realizzato per il pericoloso John Dolmayan dei System Of A Down: stessa campana da 8 pollici, piatto spessissimo, super-martellato, esageratamente potente ed udibile in qualsiasi situazione musicale, con qualsiasi livello di decibel. Stesso discorso per il nuovo 18" Mega Bell Octopussy realizzato da Paiste per Aquileia Pristies: un piatto che, pur essendo solo 18" di diametro, ha una gigantesca campana da 8".

HI-HAT
Torniamo al 1999. Gli Hi-Hat Paiste Dimensions vengono proposti in tre versioni: Light Hi-Hat da 13" e 14" per una risposta delicata, scura, con una mescola di frequenze molto bilanciata; Thin/Heavy Hi-Hat (costituito da un piatto sottile sopra ed uno medio/spesso sotto) per un suono pieno, brillante e al contempo profondo, con una immediata risposta al tocco della bacchetta; Power Hi-Hat (costituito da due piatti molto spessi) per un suono molto aggressivo in apertura e dotato di elevata proiezione sonora, tagliente nella risposta e grasso in chiusura con il pedale.

SPLASH
Riguardo agli effetti, la linea Dimensions prevede allora due tipi di piatti piccoli e sottili: Thin Splash (8", 9", 10" e 11") e Power Splash (10" e 11"). I primi si rivelano molto immediati, efficaci e adatti a tutti gli stili musicali; gli altri potenti, vivi e brillanti: con un lungo sustain e molto presenti nell'esaltazione delle frequenze.

CHINA
La linea Dimensions propone all’epoca anche i piatti China. Il Thin China viene prodotto nei diametri 16", 18" e 20": piatti esplosivi, con un suono scuro, trash, e indicati per gli accenti i primi due, ottimo per le ritmiche funky il terzo. Il Power China viene prodotto nei diametri 16", 18", 20" e 22": un piatto riconoscibilissimo per via della campana cilindrica. Esattamente come il China Type col bordo rovesciato all'ingiù, preso a prestito dal Novo China della linea Paiste 2oo2, per un suono esplosivo, lungo, aggressivo e molto incisivo.

NEW DIMENSIONS


Robert Paiste crede molto nei nuovi Dimensions: sperimenta infatti parecchi suoni nuovi, innovativi e molto, molto moderni. L'anno successivo all’introduzione dei Dimensions, aggiunge il Medium Heavy Crash nei diametri 16", 18" e 20" dedicato ai batteristi hard rock. Ma non solo...

Dopo esperimenti e prototipi vari, nel 2003 egli annuncia l’introduzione di ulteriori nuovi piatti Dimensions per i batteristi rock e funky delle nuove generazioni e li battezza New Dimensions. Piatti dedicati ai batteristi che amano i suoni pesanti e crudi, come gli stessi nomi vanno a indicare: Medium Heavy Wild Ride (20", 21" e 22"), Medium Raw Crash (18", 19" e 20"), Medium Crash Ride (20"), Medium Thin Full Crash (16", 17" e 18"), Deep Full Ride 20" e 22"), Cool Medium Ride (20"), Medium Crunch Hats (14" e 15").

Un nuovo logo nero serigrafato, molto squadrato ed inclinato, quasi come il marchio di un televisore tedesco, identifica questi nuovi Dimensions (ma senza la scritta New). Tra i batteristi che prendono ad utilizzarli, vi sono Dean Butterworth (Morrissey), Joey Castillo (Queens Of The Stone Age), Mauricio Claveria (LaLey), Trey Gray (Faith Hill & Jewel), Chris Hornbrook (Poison The Well), Bobby Jarzombek (Halford), Sam Loeffler (Chevelle), Alec Puro (Deadsy), Dave Raun (Lagwagon), Eric Stock (Stroke 9), Joey Waronker (Beck e R.E.M.) e Derico Watson (Victor Wooten).

I New Dimensions vengono proposti anche nella versione Reflector, piatti lucidati a specchio per un look ancora piu' accattivante ed oggi molto rari.

I Dimensions nei 2002...
La linea Paiste 2002 si rifiuta di morire ed infatti i Dimensions (ed anche gli Innovations) non sopravvivono alla competizione. Tuttavia, quando vengono ritirati dal catalogo, Robert Paiste decide di mantenere alcuni suoni dei Dimensions ed inglobarli nei Paiste 2oo2: come il Rock Bell Ride da 20" e 22" ed il Mega Rock Bell Ride da 24" (diretti discendenti del Mega Power Bell Ride Dimensions), nonche' il Rock China Type (discendente del Power China Dimensions), anch’esso con la campana cilindrica e il bordo rovesciato all'ingiù.

Considerazioni
I Paiste Dimensions sono allora piatti futuristici, realizzati con l’antico bronzo B8, a riprova dell'inesauribilità della sua sperimentazione timbrico/sonora. Sono una sorprendente collezione di suoni freschi che ancora oggi - peraltro riscoperti da batteristi e collezionisti - propongono orizzonti e nuove "dimensioni" di suono. Sono molti a dichiarare che Paiste è un brand che si "prefigge di scoprire sempre qualche cosa di nuovo... anche a costo di superare se stesso!" Un fatto è certo, la storia lo ha sinora documentato...

INNOVATIONS


Parallelamente ai Dimensions, Robert Paiste propone un'ulteriore linea innovativa che chiama Innovation: piatti sottoposti a una speciale lavorazione (Sonic Texture Formula) che li rende riconoscibili all'istante. Si tratta di un processo speciale che graffia, scolpisce e scheggia la superficie di questi piatti, rendendola lucidissima e marezzata.

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