Il variegato mondo delle percussioni etniche, membranofoni e idiofoni
Emilio Vitaliano 20 set 2016
Già molto prima della nascita della batteria che conosciamo oggi, esistevano strumenti a percussione che l’uomo aveva pensato per tenere il ritmo e gestire il tempo. Alcuni sono antichissimi, mentre altri sono di più recente concezione. Alcuni sono strumenti a percussione utilizzati ancora oggi e che meritano dunque di essere conosciuti meglio…
Prima di addentrarci nella descrizione dei primordiali strumenti a percussione che regolavano il ritmo, è giusto sottolineare che la batteria, così come la conosciamo oggi, è uno strumento relativamente recente.
Nata nel 1800 nel continente americano, grazie all’apporto della cultura africana - vera custode della gestione del ritmo - è all’interno della musica jazz che ha sviluppato la sua configurazione nel corso del tempo. La batteria moderna, altro non è che un mix di strumenti a percussione del passato, personalizzabile dal batterista secondo le sue esigenze timbrico/sonore.
Furono gli schiavi provenienti dal continente africano a portare in America l’utilizzo della polimetria (alternanza di metriche diverse nello sviluppo della melodia) e della poliritmia (impiego simultaneo di più ritmi) suonando con rudimentali tamburi e addirittura assi per il bucato.
Agli inizi dell'800, per le strade di New Orleans (patria del jazz),
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molti musicisti suonavano strumenti a percussione che, con il tempo, si integrarono con strumenti provenienti dalle bande militari. Quando la musica si spostò dagli spazi aperti a quelli chiusi, l’impossibilità di ospitare su un palco più percussionisti, spinse ad affidare ad un solo musicista l’utilizzo degli strumenti atti a dettare il ritmo.
La batteria - considerabile a tutt'oggi uno strumento in evoluzione - iniziò ad assumere sembianze simili a quelle attuali durante gli anni ‘30, con i tamburi che impiegavano le pelli di animali come superfici battenti. Al suono grave dei tamburi, venne affiancato quello acuto dei piatti, la cui produzione venne perfezionata dai turchi, popolo in grado di vantare una fattiva esperienza nella lavorazione del rame e dell’ottone.
Negli anni ‘50, negli Stati Uniti, un importante avvenimento portò a un ulteriore passo evolutivo dei tamburi, ovvero, l’avvento della pelle sintetica ad opera di Remo Belli, figlio di immigrati italiani. Fu proprio la pelle in Mylar, brevettata dallo stesso Belli, a rivoluzionare l'ordine delle cose in tal senso.
DUE GRANDI FAMIGLIE Gli strumenti a percussione vengono suddivisi in due grandi famiglie: membranofoni (il cui suono nasce dalla vibrazione di una membrana) ed idiofoni (il cui suono è il risultato della vibrazione del corpo stesso dello strumento).
Alcuni degli strumenti descritti nei riquadri riportati di seguito, sono varianti più o meno enfatizzate del tamburo d’origine ed il nostro elenco è necessariamente incompleto. Tuttavia, abbiamo inserito un gran numero di strumenti oggi disponibili sul mercato, inclusi quelli con una storia relativamente recente e di largo uso nei ritmi latini odierni.
MEMBRANOFONI
Atabaque è un tamburo di origine araba con il fusto di forma conica/cilindrica e una pelle di cuoio. Ne esistono tre dimensioni affinché sviluppare un sound acuto, medio e grave e può essere suonato con le mani o con le bacchette. Viene largamente utilizzato in Brasile per accompagnare la Capoeira.
Batà è un tamburo dotato di due pelli e uno speciale sistema di corde per il tiraggio delle stesse. Si è parecchio diffuso a Cuba dopo il 1800, ad opera degli schiavi africani deportati che solevano invocare certe divinità Previste tre dimensioni diverse di questo tamburo, al fine di sviluppare il suono acuto, medio e grave.
Bombo Leguero considerato uno degli strumenti musicali più antichi, è un tamburo tipico del folklore argentino e simile al Surdo brasiliano. Se la pelle viene percossa con l’apposito mallet, questo tamburo sviluppa un suono pieno. Viceversa, se viene colpito il legno del bordo (cerchio) sviluppa un suono più croccante, simile a quello prodotto dalle nacchere.
Bongo è un piccolo tamburo di origine africana, diffusosi soprattutto a Cuba e poi in tutto il mondo. E’ dotato di una sola pelle e si suona con le mani nude (anche se è possibile utilizzare le bacchette) sviluppando perlopiù due suoni: medio e acuto. Solitamente il percussionista ne utilizza una coppia col fusto (e pelle) di dimensioni lievemente diverse.
Boobam è un tamburo ottenuto da un fusto di bamboo, realizzato con altezze e dimensioni diverse, proveniente dalla zona insulare del Pacifico. Definito bongo intonato, si è diffuso negli anni ‘50 e ‘60 e venne largamente adottato dal leggendario batterista Shelly Manne.
Caixa, strumento a percussione brasiliano, altro non è che la versione popolare del rullante da banda europeo ma di dimensioni più ridotte. Utilizzato spesso nelle parate del samba, è dotato di una cordiera costituita da corde per la chitarra e di pelli sintetiche.
Conga è un tamburo alto e stretto, a singola pelle, che si suona con le dita o con il palmo delle mani. Solitamente se ne utilizza un gruppo di due o quattro elementi. La tecnica si basa su 4 movimenti, rispettivamente denominati manoteo, slap, aperto e basso, utilizzabili per originare l’altezza dei suoni. Particolarmente utilizzato nella musica latino/americana, attualmente viene realizzato col fusto in legno o resina.
Cuica è un tamburo cilindrico, a frizione, dotato di una sola pelle (di capra). Quest’ultima, è forata al centro affinché una asticella di bamboo sia fissata in maniera perpendicolare. Per produrre il suono, il percussionista impugna l’asticella con una mano e la friziona con un panno umido, mentre l’altra mano modula le note facendo pressione in prossimità del centro della pelle. E’ molto utilizzato in Brasile, ma esiste con vari nomi in numerose altre parti del mondo.
Darbouka è un tamburo a calice, con una sola membrana (pelle), largamente diffuso nell’Africa settentrionale (Tunisia, Marocco, Alto Egitto...) ed in Turchia (dove viene chiamato deblek). Il suo nome pare arrivare dalla parola araba “darba” che significa “colpire”. E’ tra gli strumenti a percussione più utilizzati per via della sofisticata altezza dei suoni che riesce a sviluppare. Originariamente il fusto era in terracotta, mentre oggi viene commercializzato col fusto in legno, resina e alluminio.
Djembe è il tamburo a calice, in legno, tipico dell’Africa occidentale (Guinea, Senegal, Bukina Faso...). In origine, era dotato di una pelle di capra (raramente di mucca...) mantenuta tesa tramite un particolare cerchio e un particolare sistema di corde e veniva utilizzato nelle cerimonie religiose. Si suona a mani piene, tramite tre colpi principali sulla pelle: slap, tone e base (suono acuto, medio e basso) ed è in grado di sviluppare numerose variazioni timbriche. Diversi i legni utilizzati oggi per la sua costruzione, tutti molto duri.
Mridangam è un tipico tamburo indiano prevalentemente legato alla musica carnatica. La sua forma è quella di una botte allungata, con due membrane (pelli) sui lati opposti che producono, rispettivamente, un suono grave e uno acuto.
Sabar è un tamburo a calice tipicamente senegalese. Viene suonato con una mano e una bacchetta ed il suo suono riesce a propagarsi per chilometri. Ne esistono tipi e altezze diversi da utilizzare secondo le esigenze: ad esempio, può essere utilizzato come strumento solista, strumento per l’accompagnamento o per l’improvvisazione.
Surdo è un grosso tamburo di legno o metallo, dotato di due pelli percuotibili tramite il mallet. Di origine brasiliana, viene utilizzato parecchio per il samba, portandolo tramite una cintura o una tracolla. Simile al Surdo è il Repinique.
Talking Drum è un tamburo a clessidra, originario dell’Africa occidentale, ad intonazione variabile e dotato di due pelli. Da portare a tracolla, con il braccio sinistro che lo circonda e la mano destra che picchia sulla pelle tramite una bacchetta ricurva. I musicisti più abili riescono a creare modulazioni simili a quelle della voce umana, soprattutto quelle di certi linguaggi dell’Africa (ad esempio Camerun...) Da qui il nome di Tamburo Parlante. Questo tipo di tamburo è conosciuto anche con il nome di Tama o Dundun, secondo la zona di provenienza.
Tabla è un tamburo che proviene dall’India (anche Afghanistan e Pakistan) il cui fusto è una sorta di barilotto in legno o terracotta. E’ dotato di una pelle la cui tensione è regolabile tramite alcuni lacci di cuoio che trattengono altresì dei cilindri appoggiati al fusto. Sulla pelle, al suo centro, viene collocata della pasta nera lavorata a forma di cerchio (un mix di manganese, riso bollito e succo di tamarindo...) che determina le armoniche del tamburo. Solitamente il percussionista ne adotta una coppia di dimensioni diverse, che suona con le mani.
Taiko è un grande tamburo giapponese, a forma di barile, con il fusto in legno e due pelli. Si suona con le bacchette e viene impiegato spesso per determinate cerimonie. Tipici del Giappone sono anche i tamburi Tsuzumi che hanno il fusto a forma di clessidra.
Tamburo a cornice prevede una sola pelle montata su un cerchio (cornice) in legno (il diametro di quest’ultimo è superiore alla profondità) e dotato di piccoli piattini di metallo. (Se ne è privo, viene definito Muto). La pelle di animale di questo tamburo è stata oggi sostituita da una sintetica, così come la cornice può non essere in legno ma in metallo. Strumenti di questo tipo sono diffusi in varie parti del mondo con nomi diversi e lievi differenze costruttive. Ad esempio, nei paesi arabi, viene denominato Riqq, in Brasile Pandeiro, in Portogallo Adufe, in Irlanda Bodhran, in Italia Tamburello o Tammorra...
Timbal è un tamburo col fusto in legno dalla forma a tronco di cono e dotato di una pelle di capra: in buona sostanza, è la versione da parata dell’atabaque. Oggi questi tamburi (timbales) montano una pelle sintetica mantenuta in tensione da appositi tiranti. Molto utilizzati nella musica latina, in Brasile e a Cuba, vengono suonati con le bacchette e solitamente fanno parte di un kit di percussioni ed accessori.
Timpano è un tamburo membranofono a suono determinato: ovvero, l’intonazione arriva dalla tensione della pelle, regolata per mezzo di un pedale posto sotto il fusto metallico del timpano stesso (chiamato caldaia). Suonato a coppie con i mallet, è uno strumento prevalentemente utilizzato nelle orchestre di musica classica/sinfonica.
IDIOFONI
Agogo è uno strumento originario dell’Africa, ma diffusosi nel Sudamerica. Si tratta di due piccole campane di dimensioni diverse e prive del battacchio, alla cui base, un elemento di ferro ricurvo funge da impugnatura. E' uno strumento da suonare con una bacchetta.
Balaphon è uno strumento originario dell’Africa occidentale. E’ conosciuto anche come Marimba ed è composto da un numero di elementi percussivi variabili. La struttura in legno prevede delle zucche che fungono da cassa di risonanza con al di sopra dei tasti di dimensioni diverse che producono suoni dai più acuti ai più gravi. Fanno parte della stessa famiglia gli Xilofoni ed i Vibrafoni che hanno una struttura simile, ma più moderna.
Bastone della pioggia è uno strumento di lunghezza variabile. E’ diffuso in varie parti del mondo, ma quello classico proviene dal Sudamerica. In questa zona viene ricavato da un particolare tipo di cactus al cui interno vengono inserite le spine del cactus stesso. Sempre all’interno del bastone, viene inserito materiale di vario tipo che interagisce con le spine quando il bastone viene agitato creando il suono. In alternativa, il bastone può essere realizzato con un tubo di legno ed una intelaiatura di chiodi al suo interno. A questo strumento, nell'antichità, sono stati conferiti poteri magici, tra cui la capacità di propiziare la pioggia, proprio come suggerisce il nome stesso dello strumento.
Bianqing è uno strumento cinese costituito da alcune pietre a forma di L appese a dei pali orizzontali. Colpendo le pietre con delle mazze, si ottiene il suono.
Cabasa è uno strumento di origine africana che viene utilizzato perlopiù nella musica latina. Si tratta di un cilindro metallico dalla superficie ruvida, ricoperto da una catenella di biglie di acciaio e dotato di una impugnatura in legno. Facendo ruotare lo strumento si ottiene il suono. Simile è lo Shekere, realizzato però con una zucca essiccata e una maglia di perline, sassolini o altro materiale.
Il Cajon è uno strumento di origine sudamericana e, sostanzialmente, è una scatola di legno su cui il musicista si siede e percuote la parte frontale con le mani. Esistono anche versioni elaborate di questo strumento, tra cui quello che dispone di corde da chitarra al suo interno, che vibrano con la percussione del frontale dello strumento.
Caxixi è diffuso soprattutto in Brasile ed è un piccolo strumento di vimini con all’interno semi o conchiglie che servono a generare il suono. Curiosità: ha rappresentato la base di partenza della caxirola, lo strumento che è stato utilizzato nei mondiali di calcio 2014, appunto in Brasile.
Crepitacoli sono strumenti che sviluppano il suono per scuotimento. Ne esistono numerose versioni, ciascuna con peculiari varianti. Spesso sono dei frutti essiccati, riempiti di sassolini, e talvolta vengono legati alle caviglie dei danzatori per produrre suoni al ritmo di danza. Ne esistono versioni in legno dalla forma cilindrica, contenenti all’interno materiali vari. Sono strumenti molto diffusi tra le popolazioni nomadi per via delle loro dimensioni ridotte che consentono un trasporto molto più agile rispetto al tamburo.
Ghatam è legato alla musica carnatica indiana ed è uno strumento a forma di vaso in terracotta o ceramica, con una larga imboccatura e che, percosso, sviluppa una serie di suoni gravi e acuti.
Bubboliera è una sonagliera che viene applicata o sulla caviglia, o sulla cintura. Formata da una serie di bubboli, viene utilizzata soprattutto dai danzatori.
Maraca in origine era una zucca riempita con sassolini o semi secchi, trasformatasi poi in una struttura in legno o plastica, dotata di una impugnatura. Il suono si ricava impugnando e scuotendo lo strumento per sottolineare certi ritmi. Solitamente viene utilizzato a coppie.
Mbira è uno strumento tipico dell’Africa, costituito da alcune lamelle di metallo posizionate su una struttura in legno, da suonare con la pressione dei pollici. E’ conosciuto anche con altri nomi, tra i quali Sanza.
Quijada è originaria del Sudamerica ed è la mandibola di un asino che viene suonata sfregando i denti della stessa. Ne esiste una variante moderna conosciuta come Vibraslap.
Reco-Reco è uno strumento utilizzato nella musica brasiliana. Il suo nome è onomatopeico e indica il suono emesso dallo strumento. E’ costituito da un tronco di bambù dotato di incisioni trasversali, suonabile sfregandoci sopra una bacchetta di legno. Simile è il Guiro, realizzato invece con una zucca.
Sistro è costituito da una struttura di legno col manico che sorregge alcuni dischetti fatti di materiali diversi (dalla zucca al metallo). Agitandolo, sviluppa il suono tramite lo sfregamento dei dischetti stessi.
Steel Pan è un tamburo di acciaio la cui superficie superiore e' dotata di avvallamenti sagomati in maniera diversa per sviluppare suoni diversi.
Tamburo a fessura è uno strumento semplicissimo, considerabile l’antenato del tamburo classico. Si tratta di un fusto di legno cilindrico, dotato appunto di una fessura, che viene suonato tramite la percussione di una bacchetta. Può essere di varie dimensioni ed essere anche suonato da più musicisti.
Temple-Block o Block di Legno Coreano, sono strumenti formati da blocchi di legno cavo di diverse fogge, utilizzati perlopiù in Corea, Cina e Giappone nell’ambito di certe feste religiose, suonabili con una apposita bacchetta.
Triangolo è uno strumento dalle origini antichissime. Si tratta di una barretta di metallo piegata a forma di triangolo, ma con un angolo aperto, il cui suono si ricava percuotendolo tramite una bacchetta di metallo.
Txlaparta è uno strumento tipico dei Paesi Baschi (Spagna) ed è simile alla Toaca rumena. E’ costituito da alcune tavole di legno (solitamente 3/4), lunghe un paio di metri, poggiate su appositi cavalletti. Le tavole vengono percosse con dei mazzuoli e, per creare il debito reverbero del suono, vengono utilizzate pelli di montone (o materiale sintetico).
Water Drum come suggerisce il nome, si tratta di uno strumento (oggi in materiale sintetico) il cui peculiare suono è dato dalla camera d’aria riempita da un certo quantitativo di acqua. Utilizzato dai nativi americani e considerato il più sacro degli strumenti a percussione, oggi viene utilizzato in alcune cerimonie religiose. Viene utilizzato anche nella musica africana e in alcune zone del sud/est asiatico.