Considerabili strumenti veri e propri, le bacchette influiscono su sound e drumming. La loro scelta, pertanto, non è così semplice e necessita di attente valutazioni...
E’ noto che la batteria è un kit composto da vari pezzi… I professionisti e gli esperti del drumming lo possono personalizzare a piacere e in base alla esigenze: i neofiti, invece, si rivolgono a un kit base, adatto a fare pratica e studiare. Certo, non è una regola fissa ma, al di là dei livelli di preparazione, tutti hanno bisogno di impugnare un paio di bacchette [sticks]!
Già, ma quali? Di che lunghezza? Quale forma della punta scegliere? E ancora. Di quale materiale? Il classico legno, oppure il metallo o leghe moderne? Queste e molte altre sono le discriminanti che differenziano le bacchette e che vanno tenute in considerazione nella scelta. Di seguito proviamo a identificare gli aspetti generali della maggior parte di bacchette in commercio, al fine di riuscire a scegliere quelle più adeguate alle nostre necessità di batteristi…
Materiale I materiali destinati alla costruzione delle bacchette per tamburi e piatti, sono sostanzialmente distinguibili in due famiglie: quella tradizionale del legno e quella più innovativa, rappresentata da materiali diversi e leghe
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Come dicevamo sopra, il legno rappresenta la scelta più classica. Come tutti sappiamo, esso è un materiale vivo che, con il passare del tempo e a causa di diversi fattori, si allunga, si restringe, si contorce e quant’altro: selezionare l’essenza più adatta per la nostra bacchetta è, quindi fondamentale. Innanzitutto è importante ricordare che la resilienza (la capacità di resistere agli urti) è la dote principale riferita al materiale impiegato per la costruzione delle bacchette di un batterista: proprio per questo motivo, vengono adottati spesso i legni più duri. Il legno maggiormente impiegato è l’hickory (noce americano), che garantisce un maggiore controllo. (E’ giusto dire che esistono diversi tipi di hickory e non tutti necessariamente di livello pregiato. La sola essenza, dunque, non è indice di qualità visto che il valore della stessa è dato anche dalla porzione dell’albero che viene utilizzata…) In ogni caso, tornando alle nostre bacchette, l’hickory pare il legno più apprezzato e, tralasciando per un momento tutte le precisazioni del caso, si può affermare che rappresenta una scelta sicura.
Ulteriore legno apprezzato per la sua estrema durezza, è l’ebano, pur se relegato perlopiù ai tempi passati. Oggi viene utilizzato parecchio anche l’acero, un legno con una rigidità limitata ma buona flessibilità e che, avendo una densità minore rispetto all’hickory, è più leggero. La quercia è un legno dalla densità elevata, con una rigidità addirittura superiore all’hickory, e che sviluppa un suono chiaro e definito. Molto resistente agli impatti è anche il persimmon che, oltre a garantire una durata notevole nel tempo, sviluppa timbriche molto scure.
Potenzialmente, ulteriori legni con le opportune lavorazioni, potrebbero essere impiegati nella costruzione di bacchette per batteria; tuttavia, noi ci siamo limitati a citare i suddetti, poiché quelli utilizzati su vasta scala.
L’altra grande famiglia è rappresentata dai materiali metallici e leghe varie. Le bacchette in fibra di carbonio vantano peculiarità decisamente diverse da quelle in legno: maggiore resistenza alle deformazioni ed attenuazione delle vibrazioni del colpo alle mani del batterista. Oltre al sound, naturalmente, in linea di massima asciutto e freddo. La lavorazione di tale materiale, inoltre, consente la realizzazione di bacchette perfettamente calibrate, offrendo dunque al batterista quel che si definisce il paio perfetto! Esistono anche bacchette in fibra di carbonio con la punta svitabile da sostituire quando usurata e chi più ne ha, ne metta! Di contro, il loro principale svantaggio, è rappresentato dal costo superiore rispetto al classico legno. Anche le bacchette in alluminio si allineano ai suddetti concetti ed oggi sono le favorite di certo drumming potente e muscoloso.
Forma della punta La punta della bacchetta è una delle caratteristiche che concorre a modificare il suono ed influenzare lo stile del batterista. Innanzitutto ricordiamo che minore è il punto di contatto su tamburo e piatto, maggiore sarà la frequenza generata dal colpo. Mantenendo la medesima angolazione della bacchetta, un colpo dato con una punta larga garantisce un suono corposo: viceversa, una punta più piccola, sviluppa un suono più leggero.
La punta a sfera è la più semplice da gestire (e quindi la più adatta per i neofiti) poiché l’impatto su tamburo/piatto avviene allo stesso modo, indipendentemente dall’angolazione della bacchetta. Sono bacchette utili nelle situazioni in cui il suono di entrambe le bacchette deve essere identico. Diversamente, se la punta è ovale, è l’angolazione dell’impatto a variare il suono. Se l’impatto avviene con la bacchetta posizionata di piatto, il suono si mostra più corposo, mentre una diversa inclinazione lo rende più acuto.
Un terzo tipo di punta è quello con una forma più triangolare, o a ghianda, che sviluppa caratteristiche simili alla punta ovale, ma più accentuate; infatti, in questo caso, la differenza dell’inclinazione può variare la potenza del timbro, passando con decisione da uno più chiaro ad uno più scuro.
Possiamo dire che sono queste tre punte, le più diffuse ed indicative, pur se i vari brand sul mercato ne propongono di altri tipi per esigenze più specifiche.
Infine, una bacchetta di legno, può essere dotata di punta in legno o di nylon. A parità di forma, nel primo caso, il suono che tale bacchetta sviluppa è caldo e rotondo, mentre nel secondo, sviluppa timbriche più brillanti.
Esistono anche bacchette con la punta su entrambe le estremità ed anche alcune con un battente in feltro di varie fogge e dimensioni su una delle due estremità: ma qui ci avviciniamo al campo dei cosiddetti mallet, ovvero quelle particolari bacchette da utilizzare in ambito sinfonico.
Bilanciamento Cos’è il bilanciamento [balance] di una bacchetta? Si tratta della giusta distribuzione dei pesi tra la l’impugnatura e la punta. Poiché la bacchetta tende ad assottigliarsi verso la punta, il rischio è lo sbilanciamento eccessivo verso l’impugnatura [grip]. Un buon bilanciamento, fa in modo che la bacchetta risulti sì leggera verso la punta, ma non eccessivamente pesante verso l’impugnatura. Una bacchetta mal-bilanciata risulta difficile da utilizzare, poiché richiede una maggiore pressione delle dita che la impugnano. Il suo rimbalzo risulta artificiale e la vibrazione dei piatti e tamburi che colpisce, meno ampia. In tutti i casi, l’assottigliamento della bacchetta verso la punta influenza la risposta della bacchetta stessa. Un assottigliamento più corto determina una certa rigidità del colpo, mentre un assottigliamento più allungato garantisce maggiore flessibilità e maggiore velocità nella risposta. Va da sé che un assottigliamento medio rappresenta un bilanciamento più neutrale.
Dimensioni Per quanto riguarda la lunghezza delle bacchette, in linea di massima possiamo dire che la media si aggira sui 40 centimetri (da un minimo di 38 ad un massimo di 42) e le loro misure vengono espresse in pollici. Relativamente al diametro delle bacchette, possiamo dire che vengono perlopiù catalogate tramite lettere/numeri. La parte numerica indica la misura della circonferenza tenendo presente che un valore basso va ad indicare una circonferenza di grandi dimensioni. Le lettere, dal canto loro, indicano il tipo di utilizzo delle bacchette stesse: solitamente la lettera A indica le bacchette per orchestra; B da banda e S da Strada (queste ultime molto grosse come diametro).
Riguardo al peso, in linea generale, si muove dai 50 ai 70 grammi (secondo la densità del legno impiegato). Naturalmente, è importante che entrambe le bacchette abbiano lo stesso peso: una differenza accentuata può rappresentare motivo di difficoltà durante le esecuzioni dietro il drumkit. (Diciamo che la differenza ammessa è di 2/3 grammi).
Spazzole Tipicamente diffuse nel jazz e nelle atmosfere soffuse e delicate, le spazzole [brushes] sono costituite da una solida impugnatura e un ventaglio di filamenti (di metallo, plastica, legno, fibre sintetiche...) retrattili: infatti, tramite un apposito sistema di scorrimento, vanno ad inserirsi nell’impugnatura, che li proteggerà quando la spazzola non viene utilizzata.
Conclusioni Come abbiamo visto, sono diversi i parametri da valutare allo scopo di scegliere le bacchette più adatte al proprio drumming: sottovalutarli significa operare scelte frettolose che, di conseguenza, influiranno sul modo di suonare. Sarebbe giusto dire che le bacchette, più che accessori, sono strumenti veri e propri … Ed ora qualche nota conclusiva.
Pare una banalità, ma è giusto sottolineare che le bacchette si usano a paia: ecco perché è fondamentale che entrambe siano simili quanto più possibile come dimensioni, peso, nota prodotta ed ecco perché le aziende specializzate nella costruzione di bacchette, si prodigano al riguardo affinché offrire al batterista risultati ottimali.
Le bacchette, si sa, devono essere diritte. Il suggerimento più tipico riguardo alla verifica in tal senso, è quello di farle rotolare su una superficie piana ed osservare se la punta tende ad allontanarsi o avvicinarsi in maniera accentuata rispetto alla superficie stessa. In tale circostanza si rivela anche utile la verifica di eventuali incrinature che possono essere causa di disagi durante l’utilizzo delle bacchette e portare alla loro rottura in tempi rapidi.
Naturalmente, il tipo di drumming è una delle discriminanti per la scelta di un paio di bacchette. Il batterista che necessita di grande volume, verosimilmente indirizza la sua scelta verso una bacchetta robusta. Il batterista impegnato con jazz, folk o comunque con generi musicali soft, tende a ricercarne una più leggera e meno faticosa.
Nella scelta delle bacchette, ogni batterista terrà conto anche dei propri parametri fisici. Mani robuste e di grande dimensione non hanno difficoltà ad impugnare diametri importanti: viceversa, mani piccole sono più a loro agio con i diametri più sottili. Come sempre in questi casi, non si tratta di regole ferree ma di considerazioni generali.
Un ulteriore parametro da considerare nella scelta delle bacchette è la loro finitura. Una bacchetta verniciata su tutta la sua superficie produce un timbro lievemente diverso da una non verniciata, ma l’attenzione verso tale parametro viene riposta – ancora una volta – sulle mani del batterista. In buona sostanza, mani che sudano parecchio avranno difficoltà di grip impugnando bacchette verniciate. (Allo scopo, i vari brand propongono particolari rivestimenti in gomma o altro materiale da applicare sull’area dell’impugnatura).
Chiudiamo con una indicazione di massima per i neofiti del drumming. Bacchetta di tipo 5A= dimensione/peso/consistenza intermedia. Tipo 5B= poco più pesanti delle 5A e adatte a generi di musica che necessitano di maggiore volume. Tipo 7A= più leggere e sottili delle 5A si addicono a volumi meno potenti e drumming più veloce. Tipo 2B= piuttosto pesanti per volumi corposi).