Jeff Fabb siede sullo sgabello dei Black Label Society di Zakk Wylde da oltre un decennio ed ancor prima ha suonato con Rob Zombie, Ozzy Osbourne, Sixx A.M., Mudvayne... il che restituisce chiari indizi sul suo drumming e sulla sua personalità. Ma c’è qualcos’altro da scoprire e "Stealing Souls", il suo primo album, lo rivela appieno...
Batterista solido e affidabile, capace di tuonare quando serve, Jeff Fabb ben si inserisce nei meandri del rock più duro e massiccio, e prova ne è la sua presenza nei Black Label Society di Zakk Wylde sin dal 2014, quando eredita lo sgabello di Chad Szeliga. Da tempo però Fabb ha in mente un album a suo nome, fatto di brani di sua composizione, in cui suonare tutti gli strumenti e cantare, e lo scorso 24 gennaio 2024 il suo progetto si è concretizzato con "Stealing Souls".
Proprio lo scorso gennaio abbiamo parlato con Jeff Fabb del suo primo album da solista, di come ha imbastito l’impalcatura dei brani, di come ha concepito il drumming e, naturalmente, abbiamo parlato anche dei BLS... ecco di seguito quel che ci ha detto.
Nato il 17 agosto 1977 a Mattituck, Long Island (Usa), Jeff Fabb scopre prestissimo la batteria,
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tanto che a soli 11 anni suona già in parecchie giovani band della sua zona che si esibiscono nelle feste private. Jeff però ha già le idee molto chiare e, terminati gli studi alla high school, si trasferisce a Los Angeles, deciso a fare sul serio con la musica. Comincia rispondendo a qualche annuncio sui giornali e via via fa la sua gavetta, non lunghissima in realtà, ma ben impostata, suonando perlopiù con James Durbin e In This Moment. Poi il salto in avanti, balzando in tour con Rob Zombie, Megadeth, Ozzy Osbourne, Sixx A.M, Mudvayne, fino alla fatidica chiamata dei Black Label Society, con cui ha modo di suonare davanti a audience imponenti (tra cui anche Download Fest, OzzFest, Warp Tour) e di acquisire la notorietà.
Come è nata l’idea di Stealing Souls, un album tutto tuo? Confesso che è un’idea che ho in mente da sempre; nel corso degli anni mi sono ritrovato in studio con parecchi artisti e bravissimi compositori ed è stato naturale assorbire molto da loro e pensare a me stesso anche in tale veste allo scopo di dare sfogo alla mia espressione. E’ così che via via ho messo a punto dei brani e, finalmente, li ho convogliati in un disco.
Pensi che il primo singolo, You’re Complete, fotografi appieno l’indole del disco e il suo sound? Credo che ogni brano abbia la propria peculiare identità ma che tutti comunque concorrano a tratteggiare il carattere del disco. You’re Complete incluso.
A proposito del carattere del disco, i vari brani sono la risultante della miscela delle tue influenze ed in più tu suoni tutti gli strumenti, dunque non solo la batteria, e inoltre canti: è stata dura? Questo album miscela la mia passione per l’alternative rock dei Novanta, per l’hard rock ed il classic rock: un frullato delle influenze che mi hanno contagiato nel corso della vita, con in più l’opportunità di potermi esprimere con tutti gli strumenti, compresa la voce. Fortunatamente ho potuto fare e rifare le cose sino a raggiungere il risultato che avevo in testa, ma... nessun problema, considerando che provavo gusto a lavorare senza sforzo o pressione.
C’è stato un brano che ti ha reso la vita difficile ed uno che prediligi su tutti per qualche motivo? You’re Complete è stato il pezzo più difficile da registrare perché era il primo su cui mettevo le mani in studio e non avevo ancora dimestichezza con i diversi step e procedure; è stato un po’ l’apripista ma poi la situazione è diventata agile e fluida. In quanto alla seconda domanda, direi che non c’è un brano che prediligo su tutti, dipende molto dal mio umore quando ascolto il disco.
Dicevamo che hai suonato tutti i pezzi di Stealing Souls e, riguardo alle chitarre, in un paio di episodi hai coinvolto Brian Greene ed anche Dario Lorina, tuo compagno d’avventura con i Black Label Society, com’è andata? In quanto a You’re Complete, Brian è arrivato in studio, ha suonato il brano ed inserito alcune parti lead fantastiche. Io e Brian suoniamo insieme da quando eravamo ragazzini e facciamo spesso delle jam in giro, quindi c’è piena sintonia tra noi e lavorare diventa un vero piacere. In quanto a Dario Lorina è il responsabile dell’assolo di Rebellion Dogs. Fa-vo-lo-so! Lui è uno shredder a tutto tondo ed ha consegnato al brano un sacco di movimento ed energia.
A proposito dei Black Label Society, qual è stata la reazione dei fans riferita al tuo disco? Lo stanno apprezzando parecchio e io ne sono entusiasta! Del resto i BLS suonano puro rock, influenzato da tonnellate di Sabbath e Zeppelin ed il mio disco, che non si discosta di certo da lì, ha significato per loro respirare aria di casa.
Ti sei cimentato anche con il microfono, ci sono interpreti che hanno influenzato la tua vita di musicista? Sono cresciuto ascoltando un numero infinito di musicisti e band e se devo citare qualche cantante tra i mei favoriti, ti dico che spaziano da Robert Plant a Layne Staley. In quanto al mio modo di cantare, direi che non riesco a individuare un modello di riferimento.
Hai iniziato suonando nelle tribute band di Metallica e Nirvana: sono state esperienze che, in qualche modo, hanno modellato i primi pilastri del tuo stile dietro i tamburi? Proprio così. Sono cresciuto ascoltando Led Zeppelin, Aerosmith, Van Halen, Metallica, Nirvana e anche i Ramones e, successivamente, ho scoperto il jazz. E’ così che via via sono stato influenzato da John Bonham ad Alex Van Halen a Stewart Copeland ed altri batteristi rock, a cui si sono aggiunti i caposaldi del jazz, vedi Buddy Rich, Tony Williams, Elvin Jones e Steve Gadd... Sì, posso dire che tutta la musica e i musicisti che ho ascoltato hanno contribuito a fare di me quel che sono oggi.
Nel 2010 hai lasciato gli In This Moment e cominciato il tuo percorso di sessionman suonando con Rob Zombie, Ozzy Osbourne, Megadeth, Sixx A.M., Mudvayne, mentre un paio di anni dopo hai accettato lo sgabello dei BLS di Zakk Wylde, cosa ricordi di quel momento? Era il 2012 e i BLS mi avevano fatto l’offerta per il loro tour in Canada e Sudamerica. Audizione e prove velocissime e via sull’aereo verso “la terra promessa”! [ride] E’ stato fantastico suonare con loro. Dopo quel tour ho suonato per quasi due anni con i Filter quando, un bel giorno, ho ricevuto una telefonata con cui mi chiedevano se volessi unirmi ai BLS a pieno regime!
Qual è la cosa più bella dell’essere il batterista dei BLS? La libertà di suonare con uno spirito da jam, visto che noi non utilizziamo sequenze e cose del genere. Inoltre, visto che nella mia stanza di ragazzino avevo il poster di Zakk attaccato alla parete, direi che tutto è semplicemente incredibile e...molto cool!
Hai detto che la band per te è come una famiglia; quanto ritieni che l’amicizia tra voi sia importante per la vostra musica? Innanzitutto, ci tengo a dire che questi ragazzi sono fantastici a prescindere. In quanto a noi, come band, siamo amici e in gran sintonia e questo si riflette nella musica che suoniamo sul palco e in studio.
Hai dichiarato di essere già al lavoro sul nuovo album dei BLS, puoi dirci qualcosa di più? Mhmmm... gran parte delle tracce di batteria sono già state registrate e il disco dovrebbe uscire nel 2025.
Cambiamo registro... Tempo fa hai dichiarato di aver preso lezioni di teoria da John “JD” DeServio [bassista dei BLS]: com’è andata? JD è il miglior maestro che avrei potuto avere! Lui sa suonare di tutto e la sua competenza in fatto di teoria musicale è straordinaria. Di base, mi ha insegnato a sviluppare certe scale, modi, intonazione, e mi ha fatto praticare con le armonizzazioni e quant’altro: insomma, un percorso che mi ha aiutato a migliorare il mio songwriting. Abitualmente studio tutti i giorni perché il mio processo di apprendimento sia costante, e l’intervento di JD non ha fatto che ampliare la mia voglia di continuare a farlo.
A questo punto, vuoi dire che stai mettendo mano a brani nuovi, magari per un secondo album? A questo punto, ti dico che ci sto già lavorando! [ride]
A bruciapelo... quali sono i punti di forza del tuo drumming? Sarò didascalico: saper costruire groove adeguati e saperli mantenere, e suonare sempre al servizio della musica e della band. Ma c’è un’altra cosa da dire... Io non mollo mai!
Chiudiamo con Stealing Souls, stai pensando di portarlo sul palco? Assolutamente. Sono entusiasta al pensiero di presentare la mia musica, oltretutto stavolta che sul palcoscenico non sarò soltanto dietro la batteria.
Jeff Fabb gear batterie DDrum, piatti Meinl, bacchette Vic Firth