OVERKILL, JASON BITTNER

Patrizia Marinelli 07 set 2021
In uscita il 22 febbraio 2019, "The Wings Of War " è il 19esimo album degli Overkill, la popolare trash metal band del New Jersey. Drumming grintoso, pertinente e solido come un macigno: quello di Jason Bittner, naturalmente!

Negli Overkill, Jason Bittner entra nel 2017 portando il suo drumming solido come una roccia, ma è solo oggi che debutta in studio con la celebre band statunitense che si appresta a pubblicare il nuovo The Wings Of War (Nuclear Blast).

Jason Bittner è riuscito a portare una ventata di freschezza e nuova linfa vitale negli Overkill: senza stravolgere lo spirito che anima i loro brani, ma attualizzando mood e ritmiche e conducendoli verso nuove soluzioni, anche (inaspettatamente) melodiche. Insomma, com’era prevedibile, la preparazione e l’esperienza dietro i tamburi di Bittner si fanno sentire, così come la stabilità ed armonia che regnano ora nella band nata nel New Jersey nel 1980.

Nato l’11 gennaio 1970 a Niskayuna (nello Stato di New York), Jason Bittner mostra una naturale predisposizione per il drumming sin da bambino: prende lezioni di batteria e da adolescente si forma alla Linton High School Jazz & Orchestra. Nel 1988 entra al Berklee College ...
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info intervista

Overkill
Jason Bittner
The Wings Of War
of Music di Boston.

Tempi dispari, rulli velocissimi, jazz feeling e padronanza dei ritmi latini, oltre che – naturalmente – delle tecniche estreme richieste da thrash e metal, Jason Bittner si fa notare ben presto. Già nel 1994 è con gli Stigmata, e poi con i Burning Human.

Ma è con gli Shadows Fall, grazie all'album The Art of Balance (2002), che riesce a consolidare il suo stile rendendolo una sorta di marchio di fabbrica.

Nel 2006 sostituisce Charlie Benante degli Anthrax e di nuovo nel 2012 per alcune date live. Rispettato insegnante e clinician, entra nei Toxik per un breve periodo, poi passa ai trashers Flotsam And Jetsam per il tempo di un album. Quindi, approda negli Overkill, la trash metal band che a quel punto ha venduto 16 milioni di copie e vissuto una storia piuttosto movimentata. Jason Bittner, infatti, è il quinto batterista entrato nel popolare quintetto statunitense, dopo Rat Skates (1980-1987), Sid Falck (1987-1992), Tim Mallare (1993-2005) e Ron Lipnicki (2005-2016).

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OVERKILL lineup
Bobby “Blitz” Ellsworth (lead vocal) – DD Verni (bass) – Dave Linsk (lead guitar) – Derek Tailer (rhythm guitar) – Jason Bittner (drum)
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The Wings Of War è il tuo primo album con gli Overkill: ritieni che il tuo drumming abbia in qualche modo influenzato lo stile della band?
Oddio, indirettamente posso aver aiutato DD a comporre del materiale un po’ più energico... forse! Quel che è certo, è che ogni volta che un nuovo musicista entra in una band, scocca quella scintilla che stimola la creatività e va a manifestarsi nel corso del songwriting. Ecco, tutto sommato, penso di aver permesso a quella scintilla di scoccare...

DD Verni e Bobby Ellswoth sono i due membri originari degli Overkill: come sono andate le cose tra voi nel processo creativo dell'album?
Mi sono trovato benissimo con tutti e due. Mi hanno fatto avere dei demo ed io ci ho studiato sopra figurazioni ritmiche, fill e mood che poi inviavo loro. Loro mi inviavano il loro feedback ed io via via procedevo. Un percorso veramente semplice.
 
C’è un brano dell’album che prediligi su tutti?
Sono tutti grandiosi ma se devo citarne uno, ti dico Hole In My Soul per via del classico sound à-la Overkill.

In fase di registrazione, ce n’è stato uno particolarmente impegnativo?
Nessuno. Oltretutto, c’è stata una accurata pre- produzione e quindi sono arrivato in studio preparatissimo. Probabilmente Where Few Dare To Walk è stato il più stimolante poiché in fase di composizione abbiamo sperimentato parecchi disegni e parti di batteria allo scopo di consegnargli il giusto beat. Alla fine sono stato contento del risultato finale.
 
Che genere di equipment hai utilizzato in studio?
La mia batteria Pearl Master Premium Legend con pelli Remo, pedali DW e piatti Zildjian. E, naturalmente, le mie bacchette ProMark Jason Bittner 5BX Signature.
 
Che cosa ricerchi in un drumkit?
Su tutto il comfort ed il suono dei tamburi che deve essere rotondo, ricco di attacco, con una cassa grossa come il rombo di un tuono e il rullante che pare un colpo di pistola!

Avete annunciato il KillFest Tour articolato nel globo a partire dal prossimo marzo: sei pronto? Inoltre, segui un particolare warm-up prima di ogni concerto?
Sono pronto ad assaporare l’energia che sprigioniamo sul palco e a condividerla con il pubblico.
Niente è più emozionante che guardare migliaia di ragazzi che impazziscono mentre sei sul palco… Riguardo alla seconda domanda, in realtà non pratico un particolare warm-up prima di un concerto poiché io suono di continuo, ogni giorno, e quindi non sono mai fuori forma. A ridosso di un tour suono tutta la scaletta del concerto quattro/cinque volte la settimana per due/tre settimane prima della partenza.
 
Ormai da tempo sei considerato un batterista esperto ed apprezzato per il tuo talento e la tua energia: che cosa ritieni che stia aggiungendo al tuo bagaglio di esperienze il fatto di suonare negli Overkill?
Questa dimensione mi sta consentendo di suonare con disinvoltura i tempi più veloci. I Flotsam puntavano sul groove, mentre gli Shadows Fall erano una combinazione di groove e speed. In pratica, gli Overkill mi danno modo di essere me stesso e di non dovere, come si dice, camminare nelle scarpe di qualcun altro. Sul palco gli Overkill sprigionano un tipo di energia ed interplay che non ho mai respirato prima. Istintivamente, ciascuno di noi percepisce le intenzioni degli altri e posso proprio dire che siamo una macchina molto ben lubrificata!
 
Hai cominciato a suonare la batteria sin da bambino e hai fatto degli studi ad ampio spettro, includendo jazz e latin: ce ne parli?
Ho iniziato a studiare musica a scuola quando avevo otto anni e quando ho visto gli Iron Maiden su Mtv, era il 1980/81, sono diventato all’istante un metal-addict. Da quel momento in avanti, ho preso ad esplorare altri habitat, dai Rush ai Police agli Anthrax, mentre gli Iron Maiden – e di conseguenza il drumming di Nicko McBrain – rimanevano la mia band preferita. Quando poi era entrato Bruce Dickinson, la mia passione per loro esplose, anche se mi piaceva molto anche DiAnno. A quel punto, i miei batteristi di riferimento sono diventati da Neil Peart a Stewart Copeland a Charlie Benante e Dave Lombardo. Questi ultimi due, quantomeno Charlie, a loro volta sono stati influenzati da Neil e Stewart. Nel tempo si sono aggiunti Lars Ulrich (Metallica), Kelly Smith (il quale anni dopo mi ha chiamato a sostituirlo nei Flotsam And Jetsam), Shannon Larken (con i Wrathchild America) e Mark Zonder. Infine, naturalmente, ho studiato i vari caposcuola, tra cui Buddy Rich, John Bonham, Terry Bozzio, Clive Burr, Steve Smith, Vinnie Colaiuta, Billy Cobham e Simon Phillips...
 
Che genere di percorso formativo suggerisci a un giovane batterista?
Innanzitutto, capire se suonare la batteria significa divertimento; quindi imparare a percepire il proprio beat naturale; dopodiché, trovare un insegnante serio e preparato.
 
Quindi non pensi sia possibile formarsi tramite i numerosi contributi presenti su Youtube?
Assolutamente no. Ai ragazzi io dico sempre che Youtube può aiutare ad avere una visione in più, ma certamente non vi dice se la vostra tecnica è sbagliata o se state suonando le note giuste e con la giusta intenzione. Senza contare che non siete in grado di capire se chi ha messo su Youtube certi esercizi ha la preparazione adeguata per farlo. Un discorso diverso sono le lezioni via Skype visto che in quel caso l’interplay con l’insegnante c’è, pur se è davanti a voi nello schermo del computer. [Jason Bittner organizza lezioni via Skype: jblessons@aol.com]

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